Abbiamo intervistato I PLEBEI che ci hanno raccontato il loro nuovo disco dal titolo "ETERNA È LA TENSIONE", ci hanno parlato delle nuove canzoni, dei loro progetti futuri, delle loro influenze musicali e molto altro.
Buona lettura.
1. Chi sono I PLEBEI secondo I PLEBEI?
Secondo la nostra visione sono la quint'essenza della diversità che non divide, ma unisce. Per tutti gli altri I Plebei sono: Coluccio Perticoni (in arte Nicola Bertolini) al gravicorde verticale, Cateno Erbolini (in arte Mario Speziali) alle esacorde solitarie, Zibbonio Berretti (in arte Simon Coppolino) al vibrafono a soffietto, Saulo Trulli da Rimini (in arte Paolo Urbani) ai cilindri a percossa e Calogero Focaluci (in arte Vincenzo Palombo) al verbafono a palla.
2. Come mai questo nome per la vostra band?
Il nome della band deriva dal vecchio soprannome (John Plebe) del cantante e fondatore del gruppo. Soprannome che gli fu dato dopo essere stato denigrato da un gruppo di paninari per via del suo modo a buon mercato di vestire. Pare che Calogero abbia reagito bene agli insulti autoproclamandosi il re dei plebei.
3. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
La nostra musica, secondo noi, è abbastanza indefinibile perché ama intrufolarsi tra generi e culture differenti; è fatta di tanti e di nessun genere. Per noi va benissimo così perché siamo convinti che seguire un genere significherebbe divenirne schiavi, con tutti i limiti che questo poi comporta. Se proprio dobbiamo definire la nostra musica, allora diciamo che è musica
plebea. Tre aggettivi? Popolana, colta e spensierata.
4. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
La musica che facciamo rappresenta tantissime cose, per citarne alcune: salvezza, comunione, sofferenza, gioia, libertà, educazione ecc. Quando si crea infatti ci si auto salva dalla noia e dalla mediocrità, si sta assieme, è possibile sublimare la sofferenza ed esprimere la gioia, si liberano le emozioni, si mandano infiniti messaggi alle persone, insomma la musica rappresenta la nostra vita…e la vita è tutto. Ciascuno di noi poi, com'è normale che sia, musicali diversi, e questo ci risulta molto utile in fase di creazione, perché così ognuno di noi può 'raccontare' in musica ciò che solitamente ascolta. Pertanto la musica che ascoltiamo può essere certamente maestra e rappresenta, per certi versi, anche una guida autorevole, ma mai autoritaria.
5. Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo “ETERNA È LA TENSIONE”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
"Eterna è la tensione di clavicole, ingranaggi e leve" è sostanzialmente un album che narra la vita in tutte le sue forme, quindi il progetto è nato soprattutto per renderle omaggio attraverso una delle sue creature che è l'arte musicale. Ogni canzone parla di un punto di vista della vita che può essere storico, emozionale, culturale, scientifico ecc. Ad esempio "Africa" parla dello
schiavismo nero ad opera dei bianchi; una canzone di vita multietnica. "Che ne capisce la scimmia" parla della vita nella politica e della politica nella vita. "I Fortini del Sud" inneggia alla perdita delle certezze e delle persone che amiamo nella vita. "Mosse e contromosse" dà il titolo all'album. Gli ingranaggi, le molle spiraliformi e le leve regalano la vita a pupazzi e burattini meccanici. "Papirossen" è una canzone popolare yddish che abbiamo tradotto in italiano lasciando originale solo il ritornello. L'abbiamo fatto per rendere noto il significato del testo e per onorare la millenaria cultura della vita ebraica. "Il ragno stanco" è una narrazione che descrive la breve vita di un ragno. È sostanzialmente un monito per chi affronta la vita sprovvisto di saggezza. C'è da dire che un nostro fan e animatore grafico Andrea Oberosler, ha realizzato un cortometraggio de "Il ragno stanco" vincendo il primo premio al "Pistoia corto film festival" tenutosi a La villa Resort di Montecatini Terme, per la sezione "Cartoon & comics". "Serendipity Circus" è un circense stacchetto musicale, volutamente legato alla traccia precedente come per burlarsi della malsana curiosità del ragno. "La vita che se ne va" offre un consiglio per vivere appieno il presente ed un invito a prendere il treno prima che questo parta. "La lusinga di Lucifuge Rofocal" nasce da una rivisitazione del Faust di Goethe. Il cantante della band deve fare i conti con le tentazioni e le lusinghe che riceve nella vita ad opera di un satanasso che vuole la sua anima. "Amorismi" è l'essenza della vita: l'amore descritto con aforismi. Infine "Joe" è la speranza per il futuro e simboleggia la nostra band: I Plebei.
6. Quali sono i vostri progetti futuri?
Sicuramente continuare a lavorare con Massimiliano Lambertini e fare quello che abbiamo sempre fatto con gioia, cioè musica. Oltre a questo stiamo preparando un nuovo spettacolo e stiamo già pensando ad una nuova pubblicazione per l'anno prossimo. Nel frattempo continueremo a fare concerti e a spargere il verbo.
7. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Potrebbe sembrare strano, ma a noi non interessa tanto né fama né successo, a noi interessa solo una semplice cosa: vivere serenamente di musica, certo, di questi tempi non è facilissimo, ma non importa, avere un obiettivo è fondamentale soprattutto se lo si insegue con tenacia.
8. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Ci sono un'infinità di gruppi interessanti; sceglierne solo tre è un pò come escludere tutti gli altri. Comunque ci proviamo lo stesso per onorare la domanda: Scraps Orchestra, Arde Core e Teatro degli Orrori. Ovviamente senza nulla togliere anche a moltissimi altri gruppi; alcuni anche sconosciuti.