Abbiamo intervistato LEONARDO ANGELUCCI che ci ha raccontato il suo nuovo disco dal titolo “QUESTO FRASTUONO IMMENSO”; ci ha parlato delle nuove canzoni, dei progetti futuri e molto altro.
Buona lettura.
1. Chi è LEONARDO ANGELUCCI secondo LEONARDO ANGELUCCI?
Un vulcanico artista iperattivo che si diletta fra vari progetti come chitarrista e cantante, scrive canzoni, insegna chitarra ai mocciosi e arrangia e produce musica anche per altri colleghi nel suo studio. Leonardo vive di musica e per la musica da sempre, organizza eventi e festival, ogni tanto fa lo speaker radiofonico o scrive su qualche blog, insomma si dà abbastanza da fare.
2. Come definiresti la tua musica in tre aggettivi?
Eclettica, ruvida, sudata.
3. Ascoltando il tuo ultimo lavoro dal titolo “QUESTO FRASTUONO IMMENSO”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Il titolo è la frase conclusiva del disco, oltre che una frase del ritornello di “Un minuto”, il brano che conclude l’album. Il frastuono di cui parlo è quello della società “ipertesa” in cui viviamo, è quello interiore della mia generazione dal futuro sfocato, è il frastuono musicale delle mie influenze che ho riversato nel disco aiutato da Manuele Fusaroli e dallo staff di Massaga Produzioni. Il tutto è nato dall’esigenza di voler pubblicare un album vero e proprio, visto i positivi riscontri dell’ep “Contemporaneamente” e di tutto il lavoro svolto in un anno e mezzo. E’ un disco che parla d’amore, iniziato, annoiato, finito. Parla di noi stessi e della società che ci circonda, spesso poco calzante con le dimensioni dei nostri sogni e delle nostre ambizioni.
4. “QUESTO FRASTUONO IMMENSO” segna il tuo esordio discografico del tuo progetto discografico nato nel 2016. Quanto hai aspettato questo momento?
Beh sono quelle cose che accadono di conseguenza ad altre, quasi in modo naturale. Ogni lavoro svolto con passione e dedizione ogni giorno ti rende indietro qualcosa di più bello, prima o poi. Doveva accadere prima o poi, come spero verranno cose sempre più belle da questo progetto.
5. Delle dieci canzoni che compongono il disco, qual è il brano a cui sei più legato e perché?
Forse proprio “Un minuto”, perché è fottutamente carica di pathos ed emozioni vere, che ho vissuto sulla mia pelle e dentro la mia carne. Ma devo per forza citare anche “Sa terra”, il brano in lingua sarda nel quale ho collaborato con Bujumannu, voce storica dei Train to Roots.
6. Quali sono i tuoi progetti futuri?
Tanti concerti, nuovi video estratti dal disco e poi sicuramente un secondo lavoro discografico.
7. Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
Zen Circus, Ministri, FASK.