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Abbiamo intervistato i LIZARDS’ INVASION che ci hanno parlato del nuovo disco, delle nuove canzoni, dei progetti futuri e molto altro.

Buona lettura

lizards1.Chi sono i LIZARDS’ INVASION secondo i LIZARDS’ INVASION?
Sono 6 ragazzi uniti da una ricerca interiore profonda che continua a spingerli a sperimentare nuove soluzioni per ricreare musicalmente ciò che li anima dall’interno. Sì, insomma, siamo 6 amici che si sono ritrovati in una piccola sala prove 7 anni fa, con la promessa di prendersi un impegno settimanale che poi è sfociato in un disperato tentativo di infilarsi a tutti i costi nella scena musicale contemporanea

2.Come mai avete scelto questo nome per il vostro progetto?
C’è da dire che quando abbiamo scelto il nome la band ancora non era formata del tutto. Detto questo, inizialmente si era optato per “the lizards”, senza un apparente motivo. Riconoscendolo poi come un nome troppo comune, abbiamo deciso di aggiungere “invasion” per promuovere l’idea che la nostra musica dovesse letteralmente invadere le persone, insinuandosi nella loro testa. È buffo come questo aspetto ricalchi perfettamente il concept dell’album, sebbene sia stato concepito diversi anni dopo

3.Come definireste la vostra musica in tre aggettivi?
Tridimensionale: ci siamo sempre preoccupati di dare profondità alla nostra musica, sia inserendo testi non superficiali, adatti ad una interpretazione approfondita dell’ascoltatore, sia utilizzando suoni che richiamano echi, riverberi ed effetti sonori tipici di ampi spazi
Introspettiva: la nostra musica vuole essere uno sguardo all’interno per l’ascoltatore, vuole insinuarsi da dentro e generare un’“implosione emozionale”
Nostalgica: ci siamo sempre preoccupati di rinnovarci e di sperimentare nuove soluzioni, ma ci rendiamo conto che nei nostri pezzi c’è sempre qualcosa che rimanda anche alle atmosfere floydiane (a causa delle miriadi di cover in cui ci siamo cimentati i primi anni), cosa che non ci dispiace affatto, ma che anzi ci rende orgogliosi

4.Ascoltando il vostro ultimo lavoro, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Il lavoro è nato per necessità: fino a prima di essere concepito avevamo alle spalle due EP, entrambi autoprodotti, uniti dal fatto che non era possibile trovare all’interno un’uniformità di genere. Questo perché noi siamo 6 teste, ciascuna con stili e gusti musicali diversi e questo ha portato alla genesi di diverse canzoni senza un filo logico comune, a parte, se proprio vogliamo, la sperimentazione di generi stessa. INdependence Time è quindi la nostra presa di genere, il nostro biglietto da visita, non a caso è un concept album: porci l’obiettivo di raccontare musicalmente una storia prefissata ci ha sicuramente aiutato nella composizione dei pezzi, i quali rappresentano appunto ogni capitolo della storia, con idee ben precise e definite, allo stesso tempo distaccate le une dalle altre.

5.Quali sono i vostri progetti futuri?
Suonare, suonare, suonare: questo album ci sta portando parecchio riscontro e finalmente stiamo riuscendo ad esibirci anche fuori dai confini a cui eravamo abituati. Stiamo anche cercando di organizzare un piccolo tour fuori dall’ Italia, probabilmente in Francia. Sicuramente il prossimo anno ci dedicheremo anche a registrare nuovi pezzi

6.Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Quello di unire la possibilità di viaggiare alla nostra musica: ci piacerebbe, come ogni musicista sognatore, poter vivere un giorno dei nostri pezzi, ma questo non avrebbe senso se la nostra musica rimanesse confinata negli stessi luoghi in cui è stata prodotta. Altrimenti, che razza di invasione sarebbe?

7.Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Alt-j, Everything Everything, Glass Animals. Tutte e tre hanno un sound originale e un connubio interessantissimo tra la musica elettronica e l’uso di strumenti canonici, per non parlare dell’incastro fenomenale di cori e seconde voci. Per quanto possibile, probabilmente proveremo ad ispirarci a loro per i nostri prossimi lavori.