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Abbiamo intervistato ALESSIO BONDÌ che ci ha raccontato il nuovo disco dal titolo "NIVURU", ci ha parlato delle nuove canzoni, dei suoi progetti futuri e molto altro.

Buona lettura.

Alessio Bondi Nivuru copertina1. Chi è ALESSIO BONDÌ secondo ALESSIO BONDÌ?
Uno che ama tante cose e ne odia troppe.

2. Come definiresti la tua musica in tre aggettivi?
Emotiva, rituale, onesta.

3. Ascoltando il tuo ultimo lavoro dal titolo “NIVURU”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Nivuru significa nero in Siciliano, e rappresenta quella parte che ognuno di noi possiede ma non conosce perché non ci ha mai buttato una luce sopra. Nivuru può essere forma di difesa per la seppia o lo si può essere quando si è molto arrabbiati o angosciati. Ci sono tanti livelli di lettura se ti ci addentri. C’è quello musicale ad esempio, la musica nera che in molti casi trascende la pena col ritmo e la danza. Questo album ne è pieno. Nivuru è molto vario, pieno di sfaccettature di cui ancora mi rendo poco conto. Le canzoni sono state scritte nel corso di 3 anni o anche di più, ma in ognuna rintraccio la necessità di buttare luce su un buio, su qualcosa di poco chiaro. Il nero è fatto così, deve assorbire tutta la luce per poterne restituire la somma.  

4. Quali sono i tuoi progetti futuri?
Portare Nivuru in giro il più possibile. Ci sono già delle prime date e non vedo l’ora di iniziare:
10.01.2019 – Roma – LANIFICIO
11.01.2019 – Milano – OHIBò
12.01.2019 – Torino – OFF TOPIC
16.01.2019 - Berlino - AUSTER-CLUB
18.01.2019 - Groningen - EUROSONIC FEST
26.01.2019 – Prato – CAPANNO

5. Nel tuo disco si respira molta sicilianità contaminata da molta world music. Cosa ti ha spinto a questo viaggio musicale?
È un percorso che si intreccia con le mie traiettorie di vita. Gli ultimi anni sono stati ricchi di viaggi, dialoghi con culture diverse, ascolti di tonnellate di musica. Era naturale che tutte queste vibrazioni mi entrassero dentro al petto e nelle mani.