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Abbiamo intervistato i RANDEVU che ci hanno raccontato il loro nuovo disco, le nuove canzoni, i progetti futuri e molto altro.
Buona lettura.

1. Chi sono i RANDEVU secondo i RANDEVU?
1) Ci piace parlare di Randevu al singolare come fosse un’entità indipendente dagli attori chiamati in scena, Randevu è un incontro che da diversi anni lega tre persone (Luca, Sissou e Francesco) verso il fine di fare arte musicale; è un viaggio che oltrepassa i confini geografici e culturali e lo fa attraverso la ricerca di ciò che abbiamo dentro e a cui riusciamo a dare forma proprio per mezzo dell’altro. Inoltre, questo nostro “rendez-vous”, dà luogo ad una spinta verso l’esterno e il nostro primo lavoro testimonia attraverso le diverse collaborazioni, come nel caso dei coautori di alcuni brani, dell’artista che ha illustrato la copertina (Marco Proietto) e della mano che ci ha fotograti e ritratti nei video (Aron Greco), come sia stata cercata, accolta e valorizzata in modo profondo ogni occasione di scambio. Randevu è camminare insieme.

2. Come definireste la vostra musica in tre aggettivi?
2) Seria, libera, romantica.

3. Ascoltando il vostro ultimo lavoro ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
3) Bisogna tornare indietro di qualche anno, fare due passi nel quartiere San Lorenzo a Roma e fermarsi al civico 32 di Via dei Latini; lì dentro, tra le mura di un piccolo studio, risuonano ancora le migliaia di note che hanno dato origine al nostro lavoro. Una volta raccolte le idee migliori le abbiamo fatte diventare canzoni curandone ogni passaggio facendo si che potessero fiorire ognuna secondo il proprio carattere, un po’ come si dovrebbe fare con dei figli. “Randevu” è stato in parte prodotto grazie ad una campagna di crowdfunding e in parte con nostre risorse. La produzione di questo album è il frutto di un lungo lavoro, da una “scientifica” pre-produzione al recording durato oltre un mese, fino alle lunghe sessioni di mix e al mastering a Londra negli studi di Abbey Road. Abbiamo lavorato come si faceva una volta, entrati in studio di registrazione con le idee chiare ma anche aperti ad accogliere nuove intuizioni che potessero arricchire ancora questi nove componimenti. Il parlato in inglese nel brano “Follow me” è stato aggiunto in una delle ultime sessioni di ripresa e originariamente non era previsto, così come lo “special” nel secondo ritornello di “Assise par terre” che è il risultato di un’improvvisazione e che a nostro avviso ne rappresenta l’apice. Insomma bisogna saper essere aperti a valutare nuove soluzioni e questo è vero tanto nell’arte quanto nella vita, finchè abbiamo tempo dobbiamo agire nella ricerca di ciò che anima nel profondo le nostre passioni. Ne va della nostra realizzazione personale. Dietro queste canzoni c’è la nostra vita, il nostro sentire, gli amori trovati e perduti e le amicizie sublimate in collaborazioni che hanno lasciato il segno tanto da volerle includere in questo primo “viaggio” musicale. “The Gypsy” è il frutto di un casuale incontro nel lontano 2007 con Mataji Booker, cantautrice californiana autrice del testo e relativa melodia. Wolves è invece un testo scritto in una camera di New York da Stefano Cominale, visual artist sempre in viaggio tra l’Italia e gli Stati Uniti. “A lecture upon the shadow” una poesia di John Donne (1572 – 1631) musicata per la prima volta quasi dieci anni fa in una casetta tra le montagne di Pieve di Cadore insieme ad una cara amica, Flavia Lazzaro. “Randevu” porta con sé tracce di vita vissuta conservate come si fa con i ricordi preziosi. “Randevu” è una storia di fiducia.

4. Quali sono i vostri progetti futuri?
4) Il futuro è in questo presente, o quantomeno ce lo auguriamo. In un certo senso, dopo questa uscita, l’universo musicale non è più lo stesso. Realizzare un’opera è un po’ come mettere al mondo un figlio, si cambia il volto delle cose. Ci piace pensare al nostro disco come ad una piccolissima goccia che cade nell’oceano, non sappiamo dove la porterà la corrente ma possiamo aiutarla a navigare un po’ anche verso altri lidi, in Francia ad esempio, dove potrebbe essere apprezzata in virtù della lingua che parla. Lavoreremo anche per darle la magia della performance perché suonare per una band è di vitale importanza. Nel frattempo lavoriamo al prossimo videoclip e ci godiamo qualche bella recensione come ad esempio quella uscita su Blow Up nel numero di febbraio.