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Quando e come nasce Vina?
Vina Records nasce nel 2007 a Torino per merito del mio socio Davide (Diomede) con cui ci eravamo conosciuti durante un corso da tecnici del suono qualche anno prima a Milano.
Ai tempi già si parlava di come mettere su una piccola label tutta per noi, ma alla fine del corso le nostre strade si sono inizialmente separate.
Poi un giorno mi contatta e mi chiede: ”…ma allora l’apriamo questa etichetta musicale? Ho già pronti sia nome che logo e anche il primo lavoro…”.
Al che io gli faccio: “Ok prendo un volo per il prossimo week end così cominciamo!”
Nei primi anni ci siamo visti quasi tutte le settimane in studio a Torino che era praticamente diventata la nostra casa-lavoro del week end.
Oggi le cose sono chiaramente un po’ diverse rispetto a quasi vent’anni fa ma la voglia è sempre la stessa, se non di più.

Che tipo di musica / artisti proponete?
Non abbiamo un genere preciso e non siamo amanti delle “etichette”, ci piace essere predisposti e ricettivi a più generi cercando di dare priorità all’originalità e ai nostri gusti, a prescindere dalla specifica categoria musicale. Anche se chiaramente, giriamo sempre attorno a progetti di matrice più o meno rock.
Negli ultimissimi anni, se vogliamo provare a parlare di generi, abbiamo lavorato o collaborato ad uscite sicuramente varie tra loro: post rock e mathcore (Death Mantra For Lazarus, Fuyumeku, Algot), noise post hardcore (Norse, Abandoncy), stoner psychedelic (Pyre Fyre, Perizona - attualmente in lavorazione), così come anche ad uscite punk rock e power pop (Spaghetti Wrestlers, The Bravo Maestros), se non addirittura connubi più sperimentali con mix anche di elettronica (Sabbia, Sax This Candy, Misteriseparli), o addirittura cantautorali (Petrigno, Pattoni, Gaben).

Abandoncy e Pyre Fyre sono due band dall’approccio molto interessante: come è nata la collaborazione e come pensate possa evolversi?
Sono state le nostre prime collaborazioni con artisti americani, sperando chiaramente di poter continuare anche in futuro in questa direzione.
Il primo contatto con gli Abandoncy, di cui è appena uscito l’ultimo disco co-prodotto insieme a The Ghost Is Clear (Kansas City) e The Learning Curve (Minneapolis), è nato grazie ai Norse (band biellese fortissima) di cui abbiamo co-prodotto lo split proprio con gli Abandoncy nel 2023 insieme ad altre etichette sia italiane che americane (Shove, New Knee, Tenzenmen, Kono, Long Rail).
Il contatto con i Pyre Fyre è nato invece quasi per caso dopo esserci imbattuti sul loro materiale on-line per poi renderci conto che erano anche nostri vicini di casa, o meglio di Stato (New Jersey), dove attualmente risiedo da qualche anno. Il destino era in sostanza già scritto!

Ci sono tre band/artisti italiani con cui vi piacerebbe collaborare? Quali sono le 3 peculiarità che non devono mancare in un progetto per sentirvi attratti?
Non sapremmo darti dei nomi specifici (o forse non vogliamo) ma ce ne sono sicuramente tanti. Come tante sono anche le richieste interessanti di artisti e band emergenti che ci scrivono, inviandoci il materiale per avere un riscontro su una possibile collaborazione.
Purtroppo (o per fortuna) siamo una piccola label super indipendente e le risorse sono sempre limitate, sia in termini di tempo che economiche. Dobbiamo darci delle priorità.
Le peculiarità che però ricerchiamo in ogni singolo progetto sono sicuramente l’attitudine dell’artista (che si riflette sia sul materiale musicale che sul modo in cui viene proposto; il gusto e, se possibile, l’originalità a tutto tondo, in buona sostanza), il feeling con lo stesso (che non è sempre facile da capire al primo approccio, ma ci si prova) e chiaramente il consenso tra me e Davide (se vuoi convincerci, devi convincerci entrambi!); anche se, devo ammetterlo, quest’ultimo aspetto è forse quello più facile.