Abbiamo intervistato i BARDOMAGNO che hanno pubblicato il disco “Li Bardi son tornati in locanda”; ci hanno parlato delle nuove canzoni, delle influenze musicali e molto altro.
Buona lettura.
1. Chi sono i Bardomagno secondo i Bardomagno?
BardoMagno è la voce dell'Imperatore fatta a musica, il suo tentativo di porre rimedio alla sterminata mole di stercomusici che impestano radio e televisioni, e sovratutto il disperato bisogno di istruire una vasta platea ormai obnubilata da falsi miti come l'eliocentrismo, l'evoluzionismo, il guelfismo e la trap. Due secoli di epoca industriale hanno fagocitato l'arte in tutte le sue forme, rendendo ciò che prima nasceva per un ideale, ora asservendola alle leggi del mercato e quindi ahinoi non possiamo più ascoltare canti gregoriani. carmina burana e salterelli sul TuTubero e Spotifizio.
Tutto ciò sono i BM quando cercano di essere seri. Invece nei momenti di tranquillità e intimità siamo semplicemente dei beoni a cui piace la musica, la storia, l'ironia e cerchiamo di trasmettere tutto ciò nelle nostre produzioni.
2. Come definireste la vostra musica in tre aggettivi?
Ghibellina, croccante e futurista.
Ghibellina perché siamo per il potere temporale e spirituale dello Imperatore, unico sovrano capace di riportare un po' di ordine in questa società ormai in caduta libera.
Croccante perché siamo fieri di essere diversamenti belli, giovani e sopratutto sobri.
Futurista perché la nostra musica viene direttamente dagli anni 20, ma dell'Anno mille secolo in cui si stava meglio (quando si stava meglio) e a cui ci ispiriamo per leggerezza, sobrietà e aspettativa di vita.
3. Ascoltando il nuovo lavoro “Li Bardi son tornati in locanda” ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: come mai questo titolo?
Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Abbiamo pensato a un secondo silloge che potesse raccogliere un po' tutte le ultime produzioni fatte dal 2021 al fine 2022, e sancisse un po' la fine del periodo pandemico per noi e, che appunto ci permettesse di tornare finalmente in locanda ovvero tra la gente, tra i sodali e gli amici che in questi due anni di assenza ci son mancati.
Non c'è stata una idea vera e propria dietro l'album ma probabilmente abbiamo cercato di caratterizzare e scrivere ogni canzone in modo tale che potesse raccontare qualcosa di diverso l'una dall'altra.
Anche per questo motivo l'album è abbastanza genre-fluid, passateci questo termine, e ogni canzone paradossalmente cerca di toccare i più disparati generi musicali abbandonando un po' l'idea che un intero album debba essere caratterizzato da una linea musicale troppo definita.
4. Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ovviamente riconquistare la Terra Santa e cercare di produrre un nuovo disco entro il secolo corrente.
5. Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
Non in ordine di importanza, ma a memoria:
Owain Phyfe, menestrello amerindo purtroppo scomparso prematuramente, ma con una splendida voce e una capace di interpretare in maniera assurda brani rinascimentali e medievali.
Il secondo probabilmente, sono i Bacio della Medusa, prog band italiana che negli ultimi anni ha prodotto due album molto belli e sicuramente in linea con i nostri temi (seppur ovviamente molto più bravi e seri di noi) ovvero Deus Vult e Discesa agli Inferi d'un giovane amante.
L'ultimo, un po' outsider, ma sono i Goat band svedese sperimentale, molto interessanti per la capacità di mescolare in maniera eccelsa musica di generi diversi sperimentando nuove sonorità.