1. Chi sono YATRA secondo YATRA?
Per noi gli YATRA rappresentano non soltanto un progetto, ma anche un modo sincero e spontaneo di vedere le cose, un punto di vista del tutto naturale ed istintivo che può essere usato per “filtrare” la realtà attraverso i nostri testi e la nostra musica. Diciamo che gli YATRA rappresentano la versione più pura ed incontaminata di noi stessi! ed è proprio questo lato “illuminato” che ci spinge ad affrontare la vita non soltanto come persone comuni ma anche come musicisti e conseguentemente artisti.
2. Come mai questo nome per il vostro progetto?
Il termine YATRA deriva dal sanscrito antico ed ha come principale significato il “viaggio” o “pellegrinaggio”. Essendo noi alla ricerca di una sonorità che spaziasse in diversi generi e ritmiche lo abbiamo subito trovato perfetto come nome. Inoltre tutti i membri della band amano viaggiare ed accumulare esperienze tra le più disparate zone del pianeta, quindi il connubio di significati simbolici ha trovato la giusta denominazione alla voce “YATRA”.
3. Come definireste la vostra musica in tre aggettivi?
Dinamica, ambiziosa e soprattutto vera.
4. Ascoltando il vostro nuovo disco dal titolo “Behind the great disguise” ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: a cosa fate riferimento con il titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Il “Grande Travestimento” è una metafora sulla nostra società: i brani, come “Paving the path for your downfall”(il primo singolo dell'album), vogliono proporsi come il nostro personale punto di vista sul mondo che ci circonda. La musica rock si è sempre mobilitata per raccontare il degrado della società moderna e combattere i poteri forti, ed anche noi vogliamo dire la nostra a riguardo: è nato così un album di 8 brani che, fra critiche feroci e messaggi di speranza nel cambiamento (inteso come evoluzione), parla sostanzialmente di esseri umani e delle loro esistenze ed esperienze.
5. Nelle otto canzoni che compongono il disco emergono due componenti dominanti: una struttura rock che punta sulla potenza e la voce di Denise che dona intensità e grinta: come siete arrivati a questo interessante risultato?
Ci è sempre piaciuto ascoltare bands “con le palle” e che curavano molto i propri arrangiamenti, quindi è stato naturale dirigerci verso una sonorità “robusta” e che puntasse ad avere groove anche nei pezzi più introspettivi. Dobbiamo ammettere che con una voce come quella di Denise è tutto molto più semplice!:) Si trova a suo agio in molti generi diversi (tra le tante ha fatto parte di una formazione gospel) e riesce sempre a dare grande dinamica alle parti cantate, anche e soprattutto quelle arrangiate con sonorità Hard/Heavy, vista l'estensione ai limiti del paranormale.
6. Come mai avete scelto il cantato in inglese?
Riteniamo che la lingua inglese sia assolutamente perfetta per un genere Alternative/Progressive come il nostro. Il motivo principale sta nel fatto che la maggior parte della musica che ci ha influenzato come spettatori e musicisti è in lingua inglese. Essendo la lingua più parlata nel pianeta ci auguriamo di poter condividere la nostra musica con più persone possibile, sul nostro continente ed oltre.
7. Quali sono i vostri progetti futuri?
Siamo appena rientrati dal nostro primo concerto oltreconfine (Kasal De Joves Roquetes, Barcellona) ed entro poco presenteremo il secondo singolo tratto dal nostro album “The Great Disguise”. Più a lungo termine stiamo progettando un minitour nella patria del Progressive.. Rimanete sintonizzati!!
8. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Ultimamente di bands contemporanee stiamo ascoltando tantissimo i Wolf People ( Rock Psichedelco) e i Datcha Mandala ( Rock ).. loro si sono sciolti nel 2010 ma andrebbero ascoltati all'eternità: Pocupine Tree (Progressive Rock).